Come scegliere un analizzatore ematologico

L’analizzatore ematologico è un dispositivo utilizzato per realizzare esami emocromocitometrici, detti anche emocromi, emogrammi o CBC. Più precisamente, è un dispositivo in grado di realizzare un’analisi quantitativa e qualitativa degli elementi figurativi del sangue, ossia di globuli rossi (eritrociti), globuli bianchi (leucociti) e piastrine (trombociti). Viene utilizzato principalmente in laboratori di analisi e nei reparti ospedalieri di ematologia. Alcuni di questi analizzatori sono destinati a un uso in ambito veterinario.

Analizzatori ematologici: accedi ai prodotti

  • Quali sono le tecnologie di misura degli analizzatori ematologici?

    Analizzatore ematologico con metodo ad impedenza della marca Horiba

    Poiché può incidere sui risultati dell’esame, la tecnologia del dispositivo è un criterio di scelta importante. Le tre principali tecnologie impiegate negli analizzatori ematologici sono le seguenti:

    • Citometria di flusso: è il metodo più sofisticato e costoso oggi disponibile e consiste nel far scorrere le cellule, ordinate in un flusso stretto, per poi irradiarle, una a una, con un raggio di luce proveniente, nella maggior parte dei modelli, da un laser. La luce riflessa dalle cellule viene poi catturata da un apposito rilevatore di luce. La citometria di flusso a fluorescenza, o citofluorometria, funziona secondo lo stesso principio ma sfrutta, come indicato dal nome, il fenomeno della fluorescenza.
      La citometria di flusso permette di realizzare numerose operazioni, come ad esempio l’analisi della forma delle cellule e della loro struttura interna ed esterna, e viene raramente utilizzata al solo scopo di contare le cellule.
    • Impedenza elettrica: questa tecnologia viene utilizzata per determinare il numero e il volume di eritrociti e trombociti. A questo scopo il sangue EDTA viene diluito con una soluzione isotonica all’interno del dispositivo e aspirato attraverso un’apertura capillare. Le cellule avanzano una a una attraverso un campo di tensione elettrica dove inducono, a seconda delle loro dimensioni, un impulso (aumento della resistenza elettrica). In questo modo è possibile differenziare le cellule di grandi dimensioni da quelle di piccole dimensioni e procedere al loro conteggio.
    • Diffrazione laser: negli analizzatori che si avvalgono di questa tecnologia, a essere misurata è la distribuzione granulometrica delle particelle. Più precisamente, quando il raggio laser attraversa un campione di particelle sparse, l’analizzatore procede alla misurazione della variazione angolare dell’intensità della radiazione diffratta. Dall’angolo di diffrazione, minore nel caso delle particelle più grandi e maggiore nel caso di quelle più piccole, gli analizzatori a diffrazione calcolano le dimensioni delle particelle in questione
  • Analizzatori ematologici: quali prestazioni?

    Oltre alla tecnologia di misura dovremo prendere in considerazione altri fattori, in particolare il numero di parametri analizzabili e la possibilità di differenziare i globuli bianchi.

    • Parametri analizzabili: si tratta dei tipi di dati che il dispositivo è in grado di fornire sugli elementi misurati (quantità di ogni elemento, volume, concentrazione, ecc). Gli analizzatori ematologici che troviamo in commercio possono analizzare, a seconda del dispositivo, da 9 a più di 50 parametri.
    • Differenziazione dei globuli bianchi: i globuli bianchi, o leuciti, possono essere suddivisi in linfociti, monociti e granulociti. I granulociti, a loro volta, si suddividono in tre gruppi: basofili, eosinofili e neutrofili. Non tutti gli analizzatori sono in grado di differenziare i vari tipi di leucociti.

    È importante notare che le principali aziende produttrici offrono sistemi completamente integrati, pensati per piattaforme diagnostiche ad alta capacità e collegabili ad altri moduli di analisi (biochimica, immunologica, ecc.)

  • Che tipi di reagenti sono utilizzati in ematologia?

    Gli analizzatori si dividono in sistemi chiusi e aperti: i sistemi chiusi accettano solo reagenti della stessa marca del dispositivo, mentre quelli aperti sono compatibili con tutte le marche di reagenti.

    Esistono molti tipi di reagenti e la scelta verrà effettuata in funzione delle specifiche applicazioni, diagnostiche e cliniche, del dispositivo. Per garantire il corretto funzionamento dell’analizzatore sarà necessario disporre di calibratori, soluzioni di controllo, diluenti e coloranti.

  • Quali sono i vantaggi e gli svantaggi di un analizzatore ematologico?

    I vantaggi di un sistema di analisi ematologico automatico sono diversi:

    • Velocità: il processo di analisi è generalmente automatizzato, il che riduce o addirittura elimina la necessità di un intervento manuale. Ciò ha anche l’effetto positivo di aumentare la precisione e limitare il numero di errori. Gli errori umani sono uno dei principali problemi del conteggio manuale.
    • Risultati accurati: migliore differenziazione cellulare.
    • Versatilità: ampio ventaglio di parametri misurati.

     

    Gli svantaggi possono essere i seguenti:

    • Costo: l’acquisizione di un analizzatore ematologico richiede un investimento significativo, a cui va a sommarsi il costo del reagente.
    • Manutenzione: l’apparecchiatura richiede un monitoraggio regolare e un controllo di qualità per garantire il corretto funzionamento del dispositivo, il che può incidere significativamente sul budget di alcuni laboratori.
    • Dimensioni: alcuni analizzatori possono essere molto ingombranti.
  • Quali funzioni accessorie può avere un analizzatore ematologico?

    Un analizzatore ematologico, oltre a differenziare i leucociti, può realizzare operazioni accessorie, a seconda che comporti:

    • Un campionatore automatico per gestire i campioni
    • Un sistema per la colorazione e la preparazione dei vetrini se il risultato di un test rende necessario uno striscio
    • Un sistema di analisi CRP (Reactive CRP) per identificare eventuali rischi di infiammazione
    • Un touch screen per una migliore esperienza utente
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