Come scegliere un paio di pinze chirurgiche

Le pinze chirurgiche, chiamate anche pinze per chirurgia o pinzette chirurgiche, rientrano nella categoria dei ferri chirurgici, o strumentazione chirurgica, e sono strumenti portatili utilizzati, come lo dice il nome, in chirurgia. Le pinze a uso chirurgico possono essere costituite da due aste unite a un’estremità oppure avere una struttura a forbice. In commercio esistono pinze chirurgiche di vario tipo, ciascuna con funzioni specifiche. Nella maggior parte dei casi, le pinze chirurgiche sono identificate con il nome del loro inventore, solitamente un chirurgo.

Pinze chirurgiche: vedi i prodotti

  • Quali sono i fattori da prendere in considerazione nella scelta di una pinza chirurgica?

    Nella scelta di un paio di pinze chirurgiche, i principali fattori da tenere in considerazione sono quattro: la funzione delle pinze, l’aspetto igienico, il materiale di fabbricazione  e l’ergonomia.

    • Funzione: esistono numerosi tipi di pinze, con funzioni diverse e destinate a diverse specialità chirurgiche, come illustrato nelle due sezioni successive di questa guida.
    • Igiene: le pinze chirurgiche sono strumenti invasivi e spesso entrano in contatto con i tessuti interni del paziente. Di conseguenza, richiedono una cura particolare in termini di pulizia e sterilizzazione. La pulizia mira a rimuovere tutto lo sporco dagli strumenti chirurgici e viene generalmente effettuata con acqua e detergenti speciali, in particolare enzimatici. Gli strumenti devono essere puliti a fondo prima della disinfezione e della sterilizzazione, in quanto la presenza di sostanze inorganiche od organiche sulla loro superficie comprometterebbe l’efficacia di questi processi.
    • Materiale: le pinze chirurgiche sono per lo più in acciaio inossidabile, ma esistono modelli in altri materiali, come plastica (è il caso delle pinze monouso), titanio, carburo di tungsteno, tantalio, platino e palladio. Per ulteriori informazioni, consulta la sezione sui materiali delle pinze.
    • Ergonomia: l’impugnatura della pinza deve essere sufficientemente lunga, di solito tra gli 11 e i 13 cm, per garantire una manipolazione comoda e precisa dello strumento. L’ergonomia è ancora maggiore qualora l’impugnatura sia leggermente arrotondata anziché piatta.

    Principali criteri di scelta:

    1. Funzione
    2. Igiene
    3. Materiale
    4. Ergonomia
  • Quali sono le funzioni delle diverse pinze chirurgiche?

    Esistono molti tipi di pinze, ognuno con una funzione specifica. Le due categorie principali sono le pinze emostatiche e pinze da presa.

    Pinza emostatica

    Pinza da presa

    Pinze emostatiche

    Le pinze emostatiche sono utilizzate per arrestare il sanguinamento e l’emorragia e possono essere utilizzate in due modi: premendo una garza contro la ferita o bloccando un vaso sanguigno. Qui di seguito i principali tipi di pinze emostatiche:

    • Pinza di Kocher: dal nome del suo inventore, la pinza di Kocher, o pinza Kocher, è un piccolo strumento a forma di forbice utilizzato quotidianamente nelle procedure chirurgiche. È particolarmente utilizzato in traumatologia in quanto offre una buona trazione. Facile da maneggiare, la pinza di Kocher può essere diritta o curva e presenta una serie di denti all’estremità.
    • Pinza di Halstead-Mosquito: le pinze emostatiche Halstead-Mosquito (note anche come “pinze Mosquito”) sono pinze chirurgiche che presentano una dentellatura sulla parte di presa e una cremagliera per bloccare l’apertura della pinza stessa. È la pinza ideale per arrestare le emorragie, nonché per afferrare e manipolare tessuti o dispositivi medici (garze, aghi, ecc.). La pinza di Halstead-Mosquito può essere retta o curva, con o senza denti.
    • Pinza di Rochester-Pean: ha la forma di una forbice e presenta punte sottili e interamente seghettate. Si differenzia dalla pinza di Kocher per l’assenza di denti, che la rende meno traumatica per i tessuti. Queste pinze hanno molteplici applicazioni. In chirurgia, vengono usate per bloccare vasi sanguigni, applicare garze o manipolare tessuti fragili. Trovano impiego anche nell’assistenza infermieristica, ad esempio per afferrare e manipolare le medicazioni, stringere e allentare i fili delle cannule, ecc. Per finire, possono essere rette o curve.
    • Pinza Kelly: le pinze di Kelly, o semplicemente pinze Kelly, sono utilizzate principalmente in chirurgia e nelle procedure mediche di routine e sono disponibili in commercio in varie dimensioni. I modelli più grandi consentono di bloccare più tessuti contemporaneamente e non sono adatti per le procedure delicate o che coinvolgono piccole quantità di tessuto, mentre quelli più piccoli, se usati come pinze emostatiche, possono non essere in grado di contenere adeguatamente le emorragie. Le pinze Kelly a punta dentata retta sono le più comuni, ma esistono modelli a punta curva. Le pinze a punta diritta, o a punta retta, sono la soluzione ideale qualora si debba applicare una forza moderata. Qualora invece sia necessario applicare una forza maggiore, oppure qualora il tessuto si trovi in un angolo difficile da raggiungere, le pinze a punta ricurva sono la soluzione migliore.

    Pinza di Halstead-Mosquito – MEDESY

    Pinza di Kocher – Medicta Instruments

    Pinze da presa

    Le pinze vengono usate per afferrare e manipolare i tessuti. Questa categorie include, ad esempio, le pinze da dissezione. Qui di seguito trattiamo le principali pinze da presa.

    • Pinze di Adson: le pinze di Adson sono perfettamente adatte alle procedure mediche che richiedono un alto grado di precisione. La superficie di presa è ampia e scanalata, mentre le ganasce sono sottili, in maniera da garantire una presa salda sul tessuto. Le pinze Adson possono essere con o senza denti.
    • Pinze di DeBakey: si tratta di pinze da dissezione con ganasce atraumatiche per afferrare e trattenere delicatamente i tessuti sensibili. L’intera superficie di presa è scanalata, il che fa della pinza DeBakey uno strumento sicuro. Queste pinze esistono con punta diritta e con punta curva.
    • Pinze di Graefe: le pinze di Graefe sono pinze anatomiche utilizzate in chirurgia per afferrare e sezionare con precisione i tessuti. In particolare, permettono al chirurgo di isolare un elemento anatomico. Le pinze Graefe possono essere con o senza denti, rette o curve.

    Pinza Adson – STILLE

    Pinza DeBakey – Medicta Instruments

    Esistono due tipi principali di pinze chirurgiche: le pinze emostatiche e le pinze da presa

    1. Pinze emostatiche
    2. Pinze da presa
  • Quali pinze esistono in base alla specialità chirurgica?

    Alcune pinze sono destinate a una particolare specialità chirurgica. È il caso, ad esempio, di pinze ginecologiche, pinze per traumatalogia, pinze gastrointestinali, pinze per chirurgia endoscopica e pinze per elettrochirurgia.

    Pinze ginecologiche

    • Pinza di Pozzi: la pinza di Pozzi, o pinza Pozzi, trova impiego in ginecologia ostetrica, dove viene usata per afferrare la cervice uterina.
    • Pinza di Foerster: detta anche pinza uterina Foerster, o semplicemente pinza Foerster, è utilizzata in ostetricia e ginecologia e garantisce una buona presa di tessuti e garze. Grazie ai suoi grandi occhielli rotondi e scanalati, permette di esercitare una buona pressione con un sforzo minimo ed è atraumatica. Le pinze Kelly possono anche essere usate per applicare pressione con garze sul punto di sanguinamento o per rimuovere piccole quantità di liquido dall’area operativa. Per finire, possono essere rette o curve, con o senza denti.
    • Pinze di Museux: detta anche pinza cervicale Museux, o semplicemente pinza Museux, è una pinza emostatica che trova impiego durante i parti cesarei. La pinza Museux è dotata di un sistema di bloccaggio per evitare che si divarichi. L’estremità della sua punta a becco d’uccello, inoltre, offre una presa sicura ed efficace in chirurgia ostetrica.

    Pinza di Pozzi – Parburch Medical

    Pinza di Foerster – Medgyn

    Altri tipi di pinze

    • Pinze per traumatologia: ad esempio, le pinze Kocher di cui sopra.
    • Pinze per chirurgia gastrointestinale: ad esempio, le pinze Allis, dotate di ganasce molto efficaci per afferrare e separare il tessuto muscolare durante l’intervento. Sono lo strumento ideale per posizionare un organo all’indietro o di lato, rendere così più visibile l’area su cui è necessario intervenire e facilitare il lavoro del chirurgo. Vengono utilizzate principalmente sui tessuti muscolari nella chirurgia digestiva e gastrointestinale.
    • Pinze chirurgiche endoscopiche: sono utilizzate in particolare per la laparoscopia.
  • Quanto è importante il materiale nella scelta di una pinza chirurgica?

    Il materiale di cui è fatta la pinza è estremamente importante come criterio di scelta. Le pinze possono essere in acciaio inossidabile, titanio, carburo di tungsteno, tantalio, platino e palladio o plastica. Qui di seguito illustriamo le caratteristiche principali di ciascuno di questi materiali.

    • Acciaio inossidabile: le pinze in acciaio inox sono le più comuni. Si tratta di un materiale resistente alla corrosione e a temperature fino a 400°C. Esistono inoltre diversi tipi di acciaio inossidabile, come l’acciaio austenitico 316 e l’acciaio AISI 301.
      • Acciaio austenitico 316: noto come “acciaio chirurgico”, è un materiale molto robusto e con un’elevata resistenza alla corrosione.
      • AISI 301: è il grado più comune.
    • Titanio: antimagnetico al 100%, il titanio è resistente, anche alla corrosione, e leggero.
    • Carburo di tungsteno: è un materiale più duro dell’acciaio inossidabile. Oltre a durare più a lungo, gli strumenti chirurgici con manico in carburo di tungsteno offrono una tenuta e una presa migliori. I manici in carburo di tungsteno sono generalmente di colore oro.
    • Tantalio: solido e duttile, è molto adatto alla produzione di pinze chirurgiche. Si distingue inoltre per la sua elevata biocompatibilità. Il tantalio è altamente resistente agli effetti dei fluidi corporei e della corrosione e può essere utilizzato in chirurgia senza il rischio di provocare reazioni avverse. Le pinze in tantalio trovano impiego soprattutto nella chirurgia ortopedica.
    • Platino e palladio: questi due materiali hanno proprietà simili. Entrambi malleabili e duttili, sono materiali adatti alla realizzazione di strumenti chirurgici di precisione. Le pinze realizzate in questi materiali, inoltre, sono particolarmente resistenti alla corrosione. Il loro prezzo, tuttavia, è molto elevato.
    • Plastica: la plastica viene utilizzata esclusivamente nelle pinze monouso.

    Le pinze chirurgiche possono essere realizzate in diversi materiali. I principali sono l’acciaio inossidabile, il titanio e il carburo di tungsteno, il tantalio, il platino, il palladio e la plastica

    • Acciaio inox: è il materiale più comunemente utilizzato.
    • Titanio: leggero e resistente.
    • Carburo di tungsteno: è un materiale più duro dell’acciaio inossidabile.
    • Tantalio: è altamente biocompatibile.
    • Platino e palladio: malleabili, duttili e resistenti alla corrosione, ma molto costosi.
    • Plastica: esclusivamente per le pinze monouso.
  • Quali sono le caratteristiche ergonomiche delle pinze chirurgiche?

    Le caratteristiche ergonomiche delle pinze chirurgiche variano a seconda del modello. Esistono pinze dentate, pinze fenestrate, pinze articolate nonché pinze curve e rette.

    • Pinze dentate o con ganasce: le pinze chirurgiche a punta dentata o con ganasce consentono di afferrare organi e tessuti con maggiore precisione e di tirarli con forza. Questo tipo di pinze viene utilizzato in chirurgia per tessuti resistenti, come la pelle o le fibre muscolari. Le pinze chirurgiche dentate non sono invece adatte per tessuti fragili come nervi, intestino o polmoni.
    • Pinze fenestrate
    • Pinze articolate
    • Pinze rette o curve

    Pinza chirurgica dentata Sinolinks Medical

    Pinza chirurgica fenestrate Medicta Instruments

  • Quali sono i rischi associati all'uso delle pinze chirurgiche?

    L’uso di pinze chirurgiche può comportare rischi di infezione, tagli o traumi.

    • Rischio di infezione: può presentarsi solo qualora lo strumento non sia stato sterilizzato correttamente e presenti ancora, ad esempio, macchie, tracce di sporcizia o segni di corrosione.
    • Rischio di taglio
    • Rischio di trauma: può presentarsi, ad esempio, quando si usa il forcipe durante il travaglio del parto.
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